- Data 19 Aprile 2024
- Luogo Pordenone
- Sede Auditorium della Regione Friuli-Venezia Giulia, Via Roma 2
La richiesta di una maggiore attenzione al genere sta diventando centrale nella discussione più ampia sulle tematiche di equità nel diritto alla salute. La corretta interpretazione del ruolo dei determinanti biologici e socio-culturali sullo studio dei farmaci e trattamenti sanitari è un elemento ormai imprescindibile, al fine di rendere la ricerca più utile, rilevante e, in ultima istanza, etica.
Una crescente quantità di dati epidemiologici, clinici e sperimentali suggeriscono notevoli differenze nell’insorgenza, progressione e manifestazioni delle malattie comuni a uomini e donne.
In Italia, come in molti altri paesi occidentali, nonostante le donne vivano più a lungo degli uomini, l’aspettativa di “vita sana” è paradossalmente equivalente tra i due sessi: le modalità con cui sono costruiti e utilizzati gli strumenti di valutazione delle malattie favoriscono una distorsione della rilevazione dei dati in base a stereotipi di genere; uomini e donne usano diversamente i farmaci e altri interventi sanitari, per motivazioni biologiche (si ammalano diversamente) e socioculturali (hanno diversa attitudine alla salute e alle cure).
L’aumentato rischio di effetti indesiderati nella popolazione femminile avvalora la necessità di approfondire le possibili differenze nell’assorbimento, distribuzione ed eliminazione dei medicinali, così come possibili interazioni nelle politerapie.
In relazione alle sperimentazioni cliniche, è fondamentale infine condurre studi clinici nell’ottica della medicina di genere, promuovendo adeguata inclusione della popolazione femminile, generalmente sottorappresentata.
Il fine è l’equità, i mezzi sono la ricerca, la promozione della conoscenza e l’attuazione di soluzioni pratiche e concrete
Studiare e riconoscere le differenze tra i sessi e i generi è solo il primo passo per garantire equità e appropriatezza della cura. Il tema della salute delle donne è cruciale nella discussione più generale sulla necessità di raggiungere una parità di genere. L’auspicio è che si faccia sempre di più per promuovere una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sostenendo l’imprenditoria femminile e la progressione delle carriere, sviluppando soluzioni di conciliazione vita-lavoro. L’educazione e autonomia sulle scelte riproduttive e la crescente attenzione dedicata alle misure volte a contrastare la violenza contro le donne sono infine ulteriori elementi indispensabili per poter finalmente parlare di equità.
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